If an eagle gives you a feather, keep it safe.
Remember: that giants sleep too soundly; that
witches are often betrayed by their appetites;
dragons have one soft spot, somewhere, always;
hearts can be well-hidden,
and you betray them with your tongue.

Do not be jealous of your sister.
Know that diamonds and roses
are as uncomfortable when they tumble from one's lips as toads and frogs:
colder, too, and sharper, and they cut.

Remember your name.
Do not lose hope -- what you seek will be found.
Trust ghosts. Trust those that you have helped to help you in their turn.
Trust dreams.
Trust your heart, and trust your story.

When you come back, return the way you came.
Favors will be returned, debts be repaid.

Do not forget your manners.
Do not look back.
Ride the wise eagle (you shall not fall).
Ride the silver fish (you will not drown).
Ride the grey wolf (hold tightly to his fur).

There is a worm at the heart of the tower; that is why it will not stand.

When you reach the little house, the place your journey started,
you will recognize it, although it will seem much smaller than you remember.
Walk up the path, and through the garden gate you never saw before but once.
And then go home. Or make a home.

Or rest.

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E c'era davvero qualcosa che si avvicinava dal vialetto, in direzione della casa. Lo vedevo dal binocolo, chiaro come il giorno.
Era il Diavolo.
Non avevo mai visto il Diavolo prima, e pur avendo scritto di lui in passato, se costretto avrei ammesso che non ci credevo affatto, se non come figura immaginaria, tragica e miltoniana. Ma la sagoma che si avvicinava dal vialetto non era il Lucifero di Milton. Era il Diavolo.
Il cuore cominciò a martellarmi in petto, a battere così forte da far male. Sperai che non potesse vedermi, e di essere, in una casa al buio, protetto dai vetri delle finestre, invisibile.
Nel percorrere il vialetto, la sagoma tremolava e si tramutava. Un attimo prima era scura, taurina, minotauresca, quello dopo era magra e femminea, il momento successivo ancora era lei stessa un gatto, un gatto selvatico sfregiato, enorme, grigio-verde, il volto contorto dall'odio.
Ci sono dei gradini davanti alla nostra veranda, quattro scalini bianchi di legno che necessitano di una mano di vernice; sapevo che erano bianchi, pur vedendoli verdi, come tutto il resto, attraverso il binocolo. Davanti agli scalini, il Diavolo si arrestò e gridò qualcosa che non riuscii a comprendere: tre, forse quattro parole in una lingua di mugolii e ululati, che già doveva essere perduta quando Babilonia era giovane. Sebbene non comprendessi le parole, sentii i capelli rizzarmisi in testa al suono di quella voce.
E poi udii, attutito dal vetro ma ancora udibile, un ringhio gutturale, di sfida. Lenta e malferma, una figura nera discese i gradini della casa, in direzione del Diavolo. In qui giorni Gatto Nero non aveva più le movenze di una pantera: incespicava e vacillava, come un marinaio da poco tornato sulla terraferma.
Neil Gaiman
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