Bisbigliò: «Perché sei qui, Layla?». «Sono qui... sono qui perché è qui che sono felice, qui con te.» Roth non si mosse, non ero neanche sicura che stesse respirando. C'erano buone probabilità che le mie parole non gli fossero arrivate, con tutto l'alcol che aveva ovviamente ingurgitato. Gli posai le mani sul petto e feci per dirgli che era meglio rimandare quella conversazione, ma lui fu più veloce di me. Mi circondò con le braccia e mi strinse forte. Quella sensazione mi piaceva... anzi, di più. Quando mi nascose la testa contro il collo, facendo un respiro profondissimo, io sentii i nostri corpi toccarsi in ogni punto. Roth fu scosso da un brivido fortissimo che lo fece fremere tra le mia braccia.