”(…) spesso sto davanti a me stesso come davanti a un estraneo, quando in ore tranquille un enigmatico riflesso del passato mi mostra, come in uno specchio appannato, i contorni del mio essere attuale: e allora mi stupisco come quell’elemento misteriosamente attivo, che si chiama vita, abbia potuto adattarsi anche ad una forma siffatta. Tutte le altre manifestazioni sono come in letargo, la nostra esistenza è soltanto un ininterrotto vigilare contro la minaccia della morte. Questa vita ci ha ridotti ad animali appena pensanti, per darci l’arma dell’istinto; ci ha impastati di insensibilità, per farci resistere all’orrore che ci schiaccerebbe se avessimo ancora una ragione limpida e ragionante; ha svegliato in noi il senso del cameratismo, per strapparci all’abisso del disperato abbandono; ci ha dato l’indifferenza dei selvaggi per farci sentire, ad onta di tutto, ogni momento della realtà, e per farcene come una riserva contro gli assalti del nulla. Così meniamo un’esistenza chiusa e dura, tutta in superficie, e soltanto di rado un avvenimento accende qualche scintilla. Ma allora divampa in modo inatteso una fiammata di passione aspra e terribile. Sono questi i momenti pericolosi, che ci rivelano come il nostro adattamento sia tutto artificiale; come esso non sia affatto la calma, ma uno sforzo terribile per mantenere la calma.”

Eric Maria Remarque

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Pero la guerra… Son los lápices rojos, las reglas y los compases, los mapas…. Motoristas, órdenes, Estados Mayores, toda una perfecta y complicada organización sobre el comercio de vidas humanas. La muerte objetivada, hecha número… La guerra no sabe para qué funciona. Funciona simplemente. Hombre, es la guerra. Pero… ¡Es la guerra! Y así hasta el final: la guerra sujeto, la guerra protagonista, la guerra razón. ¡Toda para la guerra! ¡Todo por la guerra! ¿Usted qué es? ¿Yo? Un miembro de la guerra, una uña de la guerra, un pelo de la guerra. La guerra es mi padre, mi dios y mi ley. Yo he nacido para eso: para servir a la guerra. Mi madre me parió para que un día, a una orden de otro, que le transmitió otro, quien, a su vez, la recibió de otro, y de otro, y de otro, y de nadie, yo empiece a disparar contra otro. ¿Por qué? Ah, es la guerra, amigo. ¿Usted no sabe lo que es la guerra? No. Pues mire, la guerra es… eso. Y todo el mundo tan tranquilo, lavándose la sangre que le salpica. ¿Los muertos? Los muertos no existen, son bajas. ¡Número de bajas! No número de hombres. ¡Número de bajas!... ¿Y qué es una baja? Nada, es decir, menos uno. Muy fácil y muy claro. ¿Y Antonio, y José, y Manuel, y Vicente? Aquí no hay nombres. Esto es como una sociedad anónima, ¿entendido? Dividendos, ganancias, pérdidas, acciones, intereses… Usted es un hombre apegado a ciertas sensualidades directas, celulares, concretas, y no sabe separarse de ellas. Amigo mío, usted no es un guerrero, usted no tiene imaginación, usted no sabe elevarse como una águila. Desde la gran altura no se ve nada de eso en lo que usted piensa. Niños, conciencias, proyectos de vida, ética, trabajo… ¡Ay, ay, ay! ¡Cómo se ve que usted es un maestro de escuela!”…
Angel Maria de Lera
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Poi si voltò verso di me, per farmi vedere com'era arrabbiata, e che quella rabbia era per me. Stava parlando tra sè, quindi quello che disse ad alta voce fu solo il frammento di una conversazione più lunga. “Eravate solo dei bambini, allora!” disse.
“Cosa?” dissi io.
“Eravate solo dei bambini, durante la guerra… come quelli che stanno giocando di sopra!”
Annuii; era vero. All'epoca della guerra eravamo degli stupidi sbarbatelli, appena usciti dall'infanzia.
“Ma lei non ha intenzione di scriverlo, questo, vero?”
Non era una domanda; era un'accusa.
“Io… io non so” dissi.
“Be’, lo so io” fece lei “Fingerà che eravate degli uomini anziché dei bambini, e poi ne tireranno fuori un film interpretato da Frank Sinatra e John Wayne o da qualcun altro di quegli affascinanti vecchi sporcaccioni che vanno pazzi per la guerra. E la guerra sembrerà qualcosa di meraviglioso, e così ne avremo tante altre. E a combatterle saranno dei bambini come quelli che ho mandato di sopra.”
Allora capii. Era la guerra a farle così rabbia. Non voleva che i suoi bambini o i bambini di chiunque altro si facessero ammazzare in guerra. E pensava che le guerre fossero in parte incoraggiate dai libri e dai film.

Così alzai la mano destra e le feci una promessa.
“Mary” dissi “non credo che arriverò mai a finire questo libro. Ormai devo avere scritto cinquemila pagine, e le ho buttate via tutte. Se mai lo finirò, comunque, le do la mia parola d'onore: non ci sarà una parte né per Frank Sinatra né per John Wayne.
Le dirò una cosa” feci “Lo intitolerò La crociata dei bambini”.
Da quel momento diventammo amici.
Kurt Vonnegut
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